Coronavirus
La situazione
Fin dall’antichità le pandemie influenzali hanno innescato la paura di una calamità causata da una malattia infettiva in grado di propagarsi in tutto il mondo. Negli ultimi 300 anni sono accadute numerose pandemie influenzali umane. le ultime sono avvenute nel 1957-1958 e nel 1968-1969, e anche se decine di migliaia di persone sono morte, questo è stato considerato poca cosa rispetto alla pandemia del 1918-1919, nella quale si contarono circa 100 milioni di morti in tutto il mondo (secondo le stime più ampie). Più recentemente, la SARS nel 2003, la suina nel 2009, la MERS nel 2014 e nel 2020 il CoronaVirus.
Causato dalla globalizzazione, dai cambiamenti climatici e da numerosi altri fattori che fanno parte del nostro vivere quotidiano, è uno dei rischi che le persone e le società dovrebbero mettere in agenda.
Se per limitare il diffondersi del contagio il confinamento è pratica doverosa e necessaria, soprattutto in una fase iniziale, la risposta più efficace nel lungo periodo non può essere l’isolamento civile, ma deve essere promossa e condivisa a livello comunitario e sociale. Le aziende possono ricoprire un ruolo determinante in questo scenario, diventando parte della soluzione e non del problema.
Ad esempio, nello tsunami in Indonesia del 2004, i piani di business continuity di HSBC che comprendevano procedure di call tree, hanno permesso di rintracciare più facilmente durante l’emergenza le persone disperse.
Nel terremoto dell’Aquila del 2009, i piani di business continuity hanno permesso di approntare in tempi rapidi sportelli bancari mobili. Collocati su TIR, fornivano ai terremotati la liquidità necessaria per fronteggiare le prime necessità.[/vc_column_text][vc_column_text]Nelle pandemie, le famiglie più a rischio sono quelle con figli piccoli o anziani a carico, o perché direttamente più vulnerabili al contagio o perché obbligate a dare assistenza ai propri famigliari in caso di chiusura di scuole, nosocomi o strutture sanitarie. In questo caso, sulla base del principio di sussidiarietà, il datore di lavoro potrebbe aiutare i propri collaboratori che si trovassero in una simile situazione, con opportune soluzioni di supporto famigliare, che non contemplino solo il telelavoro, ma persino aiuto domestico, network di supporto e collaborazione inter-famigliare, piani di turnazione, ecc.
Le contro misure
Per fronteggiare le epidemie di influenza, come il coronavirus o qualsiasi altro evento, che possa impattare sulla salute e disponibilità dei collaboratori, le aziende devono predisporre dei piani (BCP) con opportune misure, che vanno pensate e possibilmente predisposte PRIMA dell’emergenza.
L’obiettivo della preparazione aziendale è quello di ridurre il rischio d’infezione sul posto di lavoro e di mantenere in funzione l’infrastruttura. Questo per garantire continuità e la fornitura dei beni più importanti ai clienti . Ogni datore di lavoro è tenuto per legge a proteggere i propri dipendenti da un’eventuale infezione causata da microrganismi pericolosi.
MISURE ORGANIZZATIVE
Occorre prevedere la possibilità che il 25% dei dipendenti si ammali di coronavirus e, di conseguenza, si assenti dal lavoro.
Ai fini della pianificazione è necessaria un’analisi delle funzioni interne all’azienda. Mediante un apposito catalogo di misure occorre garantire i processi e i prodotti più importanti (prioritarizzazione / posteriorizzazione), identificare il personale potenzialmente esposto (ad es. gli addetti agli sportelli) e definire le funzioni indispensabili per l’azienda (funzioni chiave). È inoltre necessario individuare e colmare le eventuali lacune esistenti. Altre misure organizzative possono essere: la riorganizzazione dei processi, il social distancing, specifiche travel policy, protocolli per la pulizia del posto di lavoro, ecc.
MISURE TECNOLOGICHE
Il telelavoro, può essere supportato dall’utilizzo di VPN aziendali e altri strumenti per il collegamento remoto. Questi vanno definiti e normati, in quanto hanno dei vincoli e dei limiti tecnologici e delle possibili vulnerabilità.
ALTRE MISURE
- Distribuzione di kit antipandemici ai dipendenti (guanti, mascherine, gel disinfettanti, ecc.).
- Aerazione dei locali/climatizzazione.
- Miglioramento della pulizia dei locali.
- Protocolli di comunicazione per informare i collaboratori sull’evolversi della situazione interna ed esterna.
Le soluzioni di AGM Solutions
Fin dal 2003, con lo scoppio della SARS, ci siamo occupati della realizzazione di piani e procedure per pianificare la risposta aziendale ad eventi pandemici, come il coronavirus, per piccole e grandi organizzazioni.
Le soluzioni AGM Solutions spaziano dall’area tecnologica all’area organizzativa e procedurale. Tengono in considerazione che spesso gli scenari di rischio sono correlati tra loro.
Ad es., un evento pandemico potrebbe causare un abbassamento del livello di presidio e di protezione dei servizi informatici essenziali di un’azienda. In un simile scenario, un attacco con malware tipo “Erebos” o “Blackenergy” potrebbe essere esiziale per i servizi e le infrastrutture chiave dell’azienda.
Una prima linea di difesa basata su soluzioni Virtual SOC (o VSOC, un servizio di punta fornito da AGM Solutions) potrebbe risultare efficace perché in grado di:
- delocalizzare il presidio umano in aree geograficamente meno esposte al bio-virus;
- automatizzare il servizio di protezione dai tech-virus et similia, rendendolo quindi meno vulnerabile.
AGM Solutions offre un servizio di consulenza personalizzato. Identifica le criticità e vulnerabilità specifiche di ogni azienda per tarare le misure più adeguate di prevenzione e gestione dell’evento, nel rispetto dell’etica e della tutela dei lavoratori.